giovedì 10 marzo 2011

La riscossa silenziosa e difficile del Tibet: il Dalai Lama si ritira

E' recentissima la notizia che il Dalai Lama lascerà la sua posizione di guida politica nel giro di pochi mesi. Una decisione certamente sofferta e che porterà un cambiamento epocale perchè sarà necessario emendare la Carta dei tibetani in esilio per "passare la mano" e permettere una nuova elezione.
Mancano ancora i dettagli riguardo la decisione ma... quest'uomo ha lasciato certamente un segno incancellabile nel percorso della civiltà umana e faremo tutti fatica ad attribuire  un altro volto alla stessa carica.
Vorrei, perciò, qui ripercorrere alcuni tratti della personalità e dell'attività di questo grande uomo che mi è sempre piaciuto per il suo modo di porsi in tante occasioni.



Era il novembre 2007 quando fu messa in vendita su eBay la vecchia Land Rover del Dalai Lama, l'unico uomo insignito del premio Nobel apparso in una pubblicità della Apple e su una copertina di Vogue...
Ed era la primavera del 2008 quando ritroviamo lo stesso Dalai Lama in Germania, ad esprimersi sui diritti umani.
E quante fotografie abbiamo visto, per anni, di lui, affiancato a vip di tutte le razze, tra sorrisi e strette di mano, abbracci e sorrisi, sorrisi e inchini...

E proprio quel suo sorridere continuamente, in modo quasi stereotipato, ci ha fatto forse pensare che dietro la millenaria saggezza tibetana si celasse anche una non disprezzabile diplomazia politica e capacità di comunicazione.
Certo che, pur dichiarandosi un semplice monaco buddista, il Dalai Lama lascia un'impressione di presenzialismo, tanto da far sospettate il dono dell'ubiquità per la quantità di posti impensati in cui lo abbiamo ritrovato, a fianco di politici, milionari e star del cinema.


Dalai Lama e vip

Già... ma dove avrebbe dovuto andare? E' in esilio da quasi mezzo secolo e da quasi mezzo secolo cerca, a suo modo e con l'ostinazione di un ideale, di far sentire pacificamente la sua voce.
Ma non si pensi che la mondanità lo abbia travolto, credo che sia solo uno strumento necessario perchè lui, il Dalai Lama, continua a scandire le proprie giornate in questo modo:

alle 3,30 si alza e si abbandona alla meditazione ed alla recitazione dei mantra, alla lettura di opere filosofiche tibetane e di altri testi simili, di nuovo alla meditazione, quindi ad ulteriore lettura e studio, meditazione della sera e, infine, verso le 20,30, nanna.E così tutti i giorni, da quando aveva 6 anni, un full immersion  del proprio essere nella riflessione meditativa e filosofica.
Il Dalai Lama nasce nel 1935 da una famiglia di contadini ed all'età di 2 anni venne portato via da un gruppo di monaci arrivati da Lasha che riconobbero in lui la probabile reincarnazione del 13° Dalai Lama.

Troppo piccolo per rallegrarsi o rincrescersi iniziò le pratiche spirituali e non le abbandonò mai più, ignorando anche, al tempo, che il nono, decimo, undicesimo e dodicesimo Dalai Lama erano tutti morti giovani, probabilmente avvelenati. Nel 1950 assunse la piena autorità politica ma dieci anni dopo l'armata cinese di liberazione popolare invase il Tibet e lui venne esiliato insieme ad altre migliaia di persone.

Ma i tibetani portano nel cuore il loro Dalai Lama e basterebbe una sua sola parola per scatenare una sollevazione generale. Parola che lui non ha mai pronunciato, dichiarando invece la necessità di buoni rapporti con la Cina, considerata tuttavia colpevole di genocidio culturale nei confronti del Tibet.

E così, da decenni, vediamo quest'omino sorridente e itinerante che ci sfiora dagli schermi e dalle pagine dei tabloid, altrettanto pacato quanto deciso, che ci parla di uguaglianza e di diritti umani per tutte le minoranze.
Un uomo dall'aspetto solo apparentemente dimesso, in realtà con una forza interiore che spaventa.
E' il timore che incutono le persone che sono autorevoli e credibili senza bisogno di ricorrere a mezzi estremi.
E la Cina lo sa bene.

Ecco perchè, alla notizia, un portavoce del ministero degli affari esteri di Pechino ha dichairato  che si tratta di "un trucco per ingannare la comunità internazionale".
 


1 commento:

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