domenica 23 gennaio 2011

Il rito del caffe' nei salotti borghesi...

Richard Ginori, caffè, antiquariato, collezionismo
  Servizio da caffè Richard Ginori, anni '40
Guardando questo civettuolo servizio da caffè, che ormai ha circa 70 anni, non posso fare a meno di pensare a quanto siano cambiate le abitudini relative al bon ton nell'accogliere amici e conoscenti a casa.

Tra i regali di nozze di allora i servizi da caffè e da the si sprecavano: facevano parte del rituale di ricevimento: chi non offriva e non serviva un caffè o un the in opportune tazzine da parata non era degno di rientrare nella schiera dei civilizzati della middle class  dell'epoca.
"Latte? Zucchero? Quanto?" Evvai di lattiera e zuccheriera, da maneggiare con corcospezione, data la fragilità e, a volte, la preziosità.
Le credenze rigurgitavano di chicchere, tazzine e piattini, graziosi bicchierini da liquore (era di moda il vemouth ed il marsala), vassoi e vassoietti più o meno argenteamente nobili, bomboniere a profusione in Capodimonte...

Il risultato era un'accozaglia di oggetti ed oggettini in porcellana e ceramica, sia in vista (i più scenografici e rappresentativi), sia celati dietro le ante dei mobili da tinello...

Atmosfere gozzaniane... le buone cose di pessimo gusto...


Signorina Felicita, è il tuo giorno!
A quest'ora che fai? Tosti il caffè:
e il buon aroma si diffonde intorno?
..................................................................
e la stoviglia semplice e fiorita...
..................................................................
M'era più dolce starmene in cucina
tra le stoviglie a vividi colori:
tu tacevi, tacevo Signorina...
..................................................................
...e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...

(da "La signorina Felicita" di Guido Gozzano)  
 
Ah mon Dieu, mi ci annego in queste atmosfere, guardo le tazzine Ginori, tutte con un fiorellino all'interno... uno diverso dall'altro... e mi chiedo se non stiamo esagerando con l'usa e getta di oggi che uccide la poesia delle stoviglie.


Nessun commento:

Posta un commento